Aids infantile


Sono piccoli angeli malati. Hanno pochi mesi o qualche anno di vita e vanno a scuola regolarmente. Ogni giorno assumono fino a 18 dosi di terapia antiretrovirale, ma ignorano completamente cosa contengano le pillole che ingeriscono. A Napoli la generazione di bambini e adolescenti sieropositivi che eredita l’Hiv dalla propria madre ha un’età  media di 11 anni.
Nell’ultimo quarto di secolo, dalla scoperta del virus ad oggi, su 100 casi di Aids infantile, i morti sono stati una trentina.

Alfredo Guarino, responsabile del centro di riferimento regionale per l’infezione da Hiv pediatrica e docente all’università  Federico II, ogni giorno tiene d’occhio lo stato di avanzamento della patologia. “E’ difficile spiegare al proprio figlio di avergli trasmesso un male incurabile – dice – attraverso il silenzio si cerca di simulare un’esistenza quanto più normale possibile. E’ brutto sottolinearlo, ma i dati di laboratorio confermano che negli ultimi anni sono quasi esclusivamente i bambini extracomunitari a contrarre il virus”.


Le giovani vittime hanno alle spalle una storia familiare straziante: talvolta i genitori sono tossicodipendenti o con gravi problemi fisici, inghiottiti dal dolore e dai sensi di colpa.
Altre volte sono morti a causa del naturale decorso della malattia. “Assisto da qualche anno – racconta il professor Guarino – una bambina di Caserta malata di Aids e affetta da tubercolosi. In assenza dei genitori è stata affidata alle cure dei nonni, fino a quando un cancro non si è portato via l’unico uomo di casa. Ora, a 12 anni, si ritrova a fare da infermiera alla nonna anziana. L’altro giorno le ho fatto recapitare, in motocicletta, un corpetto di gesso tramite un mio dottorando, perchà© l’assistenza domiciliare non copre queste spese”.

L’incognita prevalente abbraccia il futuro: le terapie farmacologiche attualmente sul mercato sono a basso contenuto tossicologico e consentono il sostanziale miglioramento della qualità  della vita. “Il passaggio dall’Hiv all’Aids – conclude Guarino – è meno frequente di un tempo, ma occorre fare attenzione agli effetti collaterali. Si cresce senza grossi problemi, ma con l’adolescenza aumenta il rischio di problemi cardiaci e la percentuale di patologie rare collegate all’Hiv. Il 30 per cento di questi bambini può ammalarsi di lipodistrofia, una patologia che si manifesta con l’accumulo di grasso sulla pancia”.


 


Articolo di Ylenia Gifuni


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